domenica 11 novembre 2007

Morire per una partita di pallone


28 aprile 1963 -Giuseppe Plaitano, 48enne tifoso della Salernitana, è il primo morto da stadio in seguito a scontri tra polizia e tifosi. Allo stadio Vestuti si disputa un incontro decisivo ai fini della promozione in serie B tra la Salernitana e il Potenza. Per un rigore non dato ai granata, i tifosi invadono il campo. La guerriglia coinvolge le due tifoserie e la polizia. Un poliziotto spara in aria: per una tragica fatalità il colpo raggiunge la tribuna, dove è seduto Plaitano. Il caso verrà archiviato.
2 dicembre 1973 - In occasione di Roma-Napoli, un giovane tifoso azzurro, Alfredo Della Corte, viene ferito da un colpo di pistola alla faccia.
28 ottobre 1979 -Vincenzo Paparelli, tifoso laziale, quando manca un'ora all'inizio del derby Roma-Lazio, viene colpito a un occhio da un razzo sparato dalla Curva Sud, tradizionale sede dei sostenitori romanisti. Il razzo, sparato da un ragazzo di appena 18 anni, attraversa tutto lo stadio e finisce la sua tragica corsa sul volto del povero Paparelli, causandogli lesioni gravissime. Per l'uomo, trasportato immediatamente in ospedale, non c'è nulla da fare.
8 febbraio 1984 - Triestina-Udinese, partita di coppa Italia. Alla fine del match scoppiano gravi incidenti che obbligano le forze dell'ordine ad intervenire. Nel corso degli scontri il tifoso triestino Stefano Furlan muore in seguito a delle gravi lesioni cerebrali, causate molto probabilmente dalle percosse infertegli dalla polizia. Da allora la curva dei tifosi triestini è intitolata proprio a Stefano Furlan.
30 settembre 1984 - Al termine della partita Milan-Cremonese, Marco Fonghessi, un giovane tifoso rossonero, viene accoltellato a morte da un altro tifoso milanista. Assurda la dinamica dell'episodio: la targa della sua auto attira l'attenzione di un gruppo di tifosi meneghini, che circondano la vettura e con un coltello tagliano le gomme. Fonghessi reagisce e viene raggiunto da una coltellata, sferrata da un giovane di appena 18 anni. Trasportato in ospedale muore dopo poche ore.
9 ottobre 1988 - Allo stadio Del Duca di Ascoli, al termine della partita con l'Inter, Nazzareno Filippini, tifoso bianconero di 32 anni, resta gravemente ferito nel corso di una violenta rissa scoppiata tra le opposte tifoserie. Vengono arrestati quattro esponenti della curva nerazzurra.
4 giugno 1989 - Prima di Milan-Roma muore Antonio De Falchi, tifoso giallorosso di 18 anni. De Falchi raggiunge lo stadio con tre amici; una ventina di ultras milanesi tentano di aggredirli e durante la fuga De Falchi viene stroncato da un arresto cardiaco. Dei tre tifosi milanisti processati, solo uno venne arrestato e poi condannato a 7 anni di reclusione.
18 giugno 1989 - Penultima giornata di campionato tra Fiorentina e Bologna, altra tragedia. Il treno coi tifosi emiliani diretti in Toscana subisce un agguato da parte degli ultras fiorentini. Alla fitta sassaiola segue il lancio di una bottiglia molotov che esplode all'interno di un vagone e provoca il ferimento di due tifosi toscani, uno dei quali è Ivan Dall'Oglio, appena quattordicenne. Non ci scappa il morto, ma Dall'Oglio rimane irrimediabilmente sfigurato al volto.
10 gennaio 1993 - A Bergamo, al termine di Atalanta-Roma, muore, colto da infarto, il 42enne Celestino Colombi, coinvolto nelle cariche della polizia mentre si trovava casualmente nei pressi dello stadio.
30 gennaio 1994 -Salvatore Moschella, 22 anni, muore gettandosi dal treno su cui viaggia dopo essere stato aggredito con alcuni tifosi del Messina di ritorno dalla trasferta di Ragusa. I siciliani prima lo picchiano e poi continuano a infastidirlo. Moschella, nel cercare una via di fuga, si getta dal finestrino, mentre il treno rallenta in prossimità della stazione di Acireale. Cinque le persone arrestate, delle quali due minorenni.
29 gennaio 1995 - Prima della partita Genoa-Milan viene accoltellato a morte un giovane tifoso rossoblù, Vincenzo Spagnolo. L'omicida è un ragazzo di appena 18 anni, Simone Barbaglia, che all'epoca frequentava solo da qualche mese la curva del Milan. Sarà condannato a 15 anni di carcere.
1 febbraio 1998 - Nel dopopartita di Treviso-Cagliari muore il tifoso veneto Fabio Di Maio, 32 anni, per un arresto cardiaco in seguito all'intervento della polizia per sedare un accenno di rissa tra le opposte tifoserie. Allo stesso Di Maio è stata poi intitolata la curva degli ultras trevigiani.
24 maggio 1999 - La mattina dopo la partita tra il Piacenza e la Salernitana, sfida decisiva per la permanenza in serie A, il treno speciale che riporta a casa gli oltre 3 mila tifosi campani, proprio in prossimità della stazione di Salerno, prende fuoco in una galleria. Nel rogo, appiccato dagli stessi tifosi, perdono la vita quattro giovani supporter granata.
17 giugno 2001 - A Messina si disputa l'acceso derby con il Catania, decisivo per la promozione in serie B. Tra le due tifoserie prima della partita si verifica un reciproco lancio di oggetti. Dal settore degli ospiti viene lanciata una bomba-carta che esplode in mezzo ai tifosi della Curva Nord e ferisce Antonino Currò, 24 anni, il quale finisce in coma e dopo pochi giorni muore. A seguito delle indagini viene arrestato un tifoso minorenne di Catania.
20 settembre 2003 - Finisce in tragedia il derby Avellino-Napoli. Muore Sergio Ercolano, ventenne tifoso partenopeo, precipitato nel vuoto durante gli scontri tra tifosi e polizia.
27 gennaio 2007 -Ermanno Licursi, un dirigente della Sammartinese (terza categoria), muore a Luzzi, nel cosentino, a seguito dei colpi ricevuti mentre cerca di sedare una rissa in campo nella partita con la Cancellese. Il dirigente si accascia rientrando negli spogliatoi.
2 febbraio 2007 - Muore l'ispettore capo della polizia Filippo Raciti, colpito durante gli scontri con i tifosi del Catania durante e dopo il derby siciliano con il Palermo.
11 novembre 2007 - Nell'area di servizio Badia al Pino, vicino Arezzo, sull'autostrada A1, si scontrano alcuni tifosi della Lazio e della Juventus. Accorre anche una pattuglia della Polizia stradale. Gabriele Sandri, 26 anni, tifoso laziale, viene colpito a morte da un colpo di pistola.(da www.gazzetta.it)
Ennesima tragedia dal mondo del pallone. Ancora una volta bisogna fermarsi. Mi chiedo: è possibile continuare a proporre soluzioni drastiche di fronte ad una morte, e non riuscire mai a proporre qualcosa che tutto ciò possa evitare?
Ok, sono d'accordo fermiamo il calcio: secondo voi questo comporterà l'eliminazione del problema? Non viene da pensare a tutti questi intellettuali che magari si sposterà solo in un altro contesto?
O forse, sarebbe meglio affrontarlo il problema? Capire cosa c'è di marcio per andare ad eliminarlo?
Oggi è morto un ragazzo; quello che accerterà la Polizia ancora non lo sappiamo, pare che sia per un colpo di un agente...Se questo verrà confermato, come sempre nel nostro Paese, partirà la caccia al poliziotto...Ci saranno, non c'è da dubitarne, dibattiti anche in Parlamento...Per poi buttar giù qualche decreto lampo, lasciar passare del tempo e...Sperare che non avvenga più.
La lista sopra dimostra il contrario; politica è progetto, è lungimiranza e saper guardare oltre...Ahimè,da noi, questo non è possibile.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sapete qual'è la cosa che fa più pensare?
Che il colore è il motivo di tutto ciò. Eppure il colore dovrebbe identificare. Invece il colore divide, contrappone, produce odio.
Eppure il colore è la mia uniforme, la mia divisa che ti distingue, perchè non siamo omologati. E invece il colore è la ragione della tua vendetta.
Si. Il colore.
Pensate se tutti questi tifosi fossero andati a vedere la partita della nazionale italiana, quegli stessi tifosi bianconeri e biancocelesti, che si sono aggrediti sull'autostrada.
Quando indossi la maglia azzurra un romanista abbraccia il fratello laziale, un barese abbraccia il fratello leccese, un bergamasco abbraccia il frattelo bresciano, un palermitano abbraccia il fratello catanese. Tutti si abbracciano. Quando il colore è lo stesso. Nonostante l'identità velata sia diversa.
Il colore. Che struggente destino!

riprendiamolA

Anonimo ha detto...

Credo sia ingiusto che un ragazzo debba morire per colpa di uno stupido poliziotto che gioca a fare il cow-boy. Non capisco e non voglio giustificare il perchè dell'uso di un'arma da fuoco a tale distanza e senza motivazioni plausibili(anche se fosse vero della scazzottata,nn m sembra un valido motivo).
Deluso ancora dalle nostre istituzioni,che hanno cercato di infangare e nascondere la verità.
Credo che sia evidente a tutti che in ogni ambiente ci siano delle persone per bene e non?perchè l'unico ambiente privo di persone marce dovrebbe essere quello delle forze dell'ordine?
Credo veramente ci voglia più chiarezza,e più rispetto in tali circostanze,l'ammissione di responsabilità non sempre è un segno di debolezza dello Stato.
Ciò nonostante i fatti fuori dagli stadi di domenica sono di una brutale violenza e stupidità,che non si posso giustificare.
Mi dispiace per tutti quei poliziotti che ogni domenica rischiano la loro vita nelle curve e fuori gli stadi.Ho visto con i miei occhi cellerini soggetti agli insulti ed ai lanci di oggetti di ogni tipo,in maniera totalmente gratuita.
La generalizzazione purtroppo porta odio e violenza.Un mondo come quello del calcio che dovrebbe farci evadere dalla realtà,è invece sempre più specchio della nostra società malata.

Anonimo ha detto...

mi sento di dire soltanto una cosa.....perchè ne sono state dette tante e spesso anche a sproposito...

CIAO GABRIELE....

Anonimo ha detto...

Si, certo, ciao a Gabriele, come ciao a chiunque in questa società muore ancora in maniera troppo assurda; ciao anche a Luigi, giovane di 31 anni che per una stupidaggine vede distrutta la sua giovane vita...
Il problema è che si strumentalizza tutto e manca un EQUILIBRIO: una volta i tifosi, una volta i poliziotti, una volta i rumeni...E chi di dovere non fa altro che alimentare tutto ciò senza riuscire mai a trovare soluzioni preventive nel senso che prevengano certi fatti.
Gabriele è vittima di un sistema malato e in questo sistema vi è anche il calcio...